Il Paesone in cerca del “Padre”.

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

Dopo lo smarrimento degli ultimi anni, causato dall’alleanza mafia politica, il nostro territorio cerca una nuova dimensione esistenziale.

 

La storia politica dell’occidente inizia con la famosa frase di Cristo: “Date a Cesare quello che è di Cesare a Dio quello che è di Dio. In  sessant’anni di cattivo governo  mai nessuno si è preoccupato di comprendere la grande difficoltà di tale dettato. Abbiamo avuto individui privi di cultura politica capace di far capire che il servizio  è l’espressione più grande della coscienza,: “un atto di carità” diceva Paolo VI. Purtroppo, salve qualche eccezione, si sono alternati in questi anni personaggi sconosciuti al mondo della morale e con il solo fine di fare “cassa”, trovando come alleato il potere mafioso. I risultati di questo tenebroso sodalizio sono sotto gli occhi di mezzo mondo che osserva la devastazione fisica  del territorio, puntando il dito contro il potere politico-mafioso che ha causato la morte di  migliaia di persone affette da tumore e che, altre ,purtroppo,  aspettano impotenti la loro fine per colpa di un manipolo di assassini che hanno ucciso ogni forma di etica e di educazione che potesse farli crescere. A tale proposito ci chiediamo perché non si forma un comitato cittadino che si costituisca parte civile contro lo Stato? E’ necessario ricordarsi che bisogna agire mediante la condivisione del bene comune, evitando che si continui a sacrificare tanta umanità dolente sull’altare dell’egoismo perché si vuole “apparire”, senza avere la minima dignità per l’esser-ci. Questa dimensione esistenziale ha permesso a questi apoti di derubare la splendita dimensione della solitudine, intesa come possibilità di riflessione del proprio esserci come percorso spirituale della propria esistenza. Fino ad oggi alcune generazioni sono state colonizzate e omologate in basso dalla falsa cultura del mercato e dalla banalità di una vita di facili guadagni, perdendo ogni relazione con la memoria storica recisa da individui senza scrupoli i cui figli ,oggi, si rivoltano contro i padri perché hanno capito la loro disonestà. Queste generazioni sono state lasciate sole da coloro i quali dovevano accompagnarle con la diligenza del  “buon padre” di famiglia verso la conoscenza del bene, non solo, ma hanno rubato loro il futuro perché privi della dimensione della ”alterità”. Si nota, tuttavia, una fase di risveglio e di riflessione e si sta mettendo a fuoco la tragicità delle  “sette piaghe” di cui soffre il paesone, mediante iniziative culturali, il cui “respiro” dialettico dà luogo al confronto che facilita l’accesso al proprio sé interiore. Non a caso si nota una grande voglia di riscatto nei confronti di un passato che ha segnato gravemente il suo tessuto ,non solo fisico, ma sociale, politico, morale, etico. I servitori ossequiosi della “ciurma politica” che dava loro comandi, in cambio dei “trenta denari”, hanno sempre cercato il consenso mediante l’interesse, la spartizione, gli appalti, i comitati d’affari, l’arroganza ,la cattiveria, la prostituzione della propria dignità, moralità e perfino la quiete della famiglia, in alcuni casi scossa dalle fondamenta per conflitti dei propri membri per una forte presa di coscienza circa un patrimonio familiare che non corrispondeva alle reali condizioni lavorative del capo famiglia. Mai, costoro, hanno cercato il consenso nel nome della giustizia, dell’equità sociale, della disponibilità del servizio. Cose, queste, che il nostro giornale sta denunciando da anni, con coraggio e senza timore, contro un potere becero di un tempo passato che si rifiutava di ascoltare perché privo di pulizia morale dei suoi rappresentanti,oggi tutti statue di “sale”.  La forza dello stillicidio ha influito sulle coscienze di molti uomini di buona volontà i quali stanno cercando di costruire un percorso etico dal quale bisogna partire se si vuole il vero cambiamento. Bisogna recepire che la crisi profonda è quella della scala valoriale che bisogna ripristinare nella coscienza collettiva mediante l’impegno comune. Plaudiamo con piacere alle tante iniziative culturali che si stanno svolgendo sul territorio,  tuttavia, notiamo una diplomatica resistenza circa la cultura della dimensione della “ tavola rotonda”, ove tutti sono uguali cercando di imporre un “tavolo rettangolare” ove si  propone  il posto del capo vecchia maniera, questo perché manca un coordinamento tra le varie iniziative. Se non  ci si convince che il primo atto politico è la “mano tesa” verso l’altro, non si potrà mai capire in che modo muovere il primo passo con  gratuità. Sappiamo bene che la coscienza detta ,in liberalità, di essere giusti, ma ciò non viene apprezzato in termini sociali, né di consensi,tuttavia, codesti consensi e apprezzamenti sono residui di un passato peccaminoso che oggi non hanno più cittadinanza nel divenire della nuova coscienza etica collettiva che sta formandosi nel nostro ambiente. Partire dalla testimonianza della Giustizia pone in essere una rinnovata questione morale che nel nostro paesone si trova ancora ad essere ad immagine e somiglianza del “bordello” nazionale. Ora è tempo di ascolto, un ascolto che presuppone la spogliazione di tutti gli egoismi, i narcisismi, le ipocrisie, ecc.. ecc.. è tempo di semplicità e di coraggio. E’ necessario che ognuno dà quello che ha, senza complessi, né differenze e ricordarsi che nessuno appartiene a se stesso, ma, vive sempre in funzione della dimensione dell’alterità. Solo così si potrà comprendere il “Servizio” come atto di carità. Il paesone ha ucciso il “Padre”, negli anni di mal governo  dei ladri di futuro e stupratori di coscienze , provocando nei giovani la morte sia della morale che dell’etica . Un olocausto esistenziale  che grida vendetta davanti a Dio .Oggi i fermenti culturali indicano la necessità della dialettica delle mani tese onde evitare una nuova diaspora che ha segnato la decadenza del nostro tempo di tutti questi anni. Al contrario di Machiavelli che considerava l’aggregazione sociale frutto d’interesse, oggi v’è più possibilità di riflettere su di una aggregazione che sia fondata sulla Giustizia e sulla morale. Alla luce di ciò risulta molto difficile , se non impossibile, stabilire che cosa è di Cesare e che cosa è di Dio –questo è il pensiero di Vito Mancuso-  I banditi del malgoverno passato hanno sempre preso tutto; si ritenevano superiori a Dio. Ora il nostro paesone sembra essere popolato da molti operatori di pace che cercano di trovare una via che possa condurre verso il bene comune. E’ necessario che ai segnali di cambiamenti seguono impegni concreti, non solo nel volontariato che rimane l’unica bella realtà sul nostro territorio, ma in modo particolare per le istituzioni ove è necessario la rifondazione di un ‘etica collettiva che investe tutti i momenti della nostra esistenza. Purtroppo in questi anni v’è stata una violenta erosione dei tradizionali valori  culturali che hanno impedito l’apertura di nuovi  orizzonti esistenziali; oggi il nostro sogno è che il paesone possa respirare un sapere “vestito” di Giustizia, mani tesi, disponibilità. Un progetto, questo, a cui tanti uomini di buona volontà stanno dando il loro impegno per assicurare un futuro migliore alle prossime generazioni.   

     Francesco saverio iacolare

 

 

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post