Appello al dialogo di Benedetto XVI

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

                    Appello al dialogo di Benedetto XVI

 

Nell’omelia di Viterbo,Benedetto XVI ha fatto riferimento al dialogo dicendo ”Il deserto più profondo è il cuore umano-ha aggiunto- quando perde la capacità di ascoltare, parlare, comunicare con Dio e con gli uomini. Senza dialogo si diventa ciechi perché incapaci di vedere la realtà, si chiudono gli orecchi per non ascoltare il grido di dolore di chi implora aiuto,si indurisce il cuore nell’indifferenza e nell’egoismo”.Questo dovrebbe far riflettere i nostri numerocratici ,privi della dignità di ascolto. I loro comportamenti sono lontani dai valori condivisi da tutti gli uomini  onesti e di buona volontà. Basta uno sguardo d’insieme della nostra terra. Una selvaggia prateria intrisa di ferite, ingiustizia, sofferenze, saccheggi edilizi, inquinamenti, soprusi, antipolitica, mafia dai mille volti. Lunghi anni fatti di scempi da parte di individui privi di sentimenti. Un luogo che viene continuamente violentato da individui privi di umanità. Costoro ignorano la cultura come ricchezza spirituale e nutrimento dell’animo che dà sapore alla vita. Gente priva del sentimento di “Casa”,loro abitano in abitazione sontuose illudendosi di vivere in casa. Chi non conosce la dimensione spirituale della casa non può amministrare. La loro povertà mentale li conduce verso la sfrenato “avere”, perché ignari della dimensione dell’essere,quindi ,dell’esser-ci. Speriamo che, nei prossimi dieci secoli, qualcuno farà capire loro la differenza tra casa e abitazione. Povera gente non vogliono rendersi conto che siamo delle nullità nella realtà infinita che va avanti da milioni di anni, il loro egoismo li rende incapaci di qualsiasi gesto altruistico,dunque ciechi alla dimensione interiore. Una miseria morale che trova spazio nel deserto dell’animo di coloro che vegetano nella dimensione ottusa e consumistica. Il loro orizzonte esistenziale è stato orbato dalla componente verticale e spirituale. Il contesto della nostra  in-civiltà è privo dell’etica della responsabilità. Nei nostri “palazzi” si esercita l’etica di Torquemada,  il tiranno del 21° secolo raffinato nelle torture, come : l’indifferenza, il disprezzo, il silenzio, l’abbandono, in modo particolare l’incapacità umana di dialogare. Un metodo che porta al morire sociale ma,nel contempo, alla loro disperazione interiore. Per “dovere “ istituzionale praticano l’ignorare a largo spettro, poveretti sono in preda a gravi disturbi affettivi dovuto ad un grave complesso di inferiorità. Una incapacità di ascolto dell’omelia di Benedetto XVI. Questa è dovuta al deserto interiore privo di feconda riflessione che, dovrebbe condurli a comprendere : l’essere cristiani comporta una grande responsabilità, prima verso la propria coscienza, poi verso la pubblica responsabilità. Speriamo che possano comprendere che la venuta di Cristo ha segnato una svolta nella storia dell’umanità, che per noi credenti va sotto il nome di “ REGNO DI DIO” e per il quale è morto sulla croce. La Resurrezione è la testimonianza del servizio per l’uomo e non per se. Voi privi di sensibilità,di sentimenti,di amore,ignoranti della cultura della vita  vi chiediamo: Al servizio di chi state? Non vogliamo risposta, datela alla vostra coscienza nella segreta disperazione del vegetare da schiavi. Abbiate il coraggio di essere uomini liberi.Ribellatevi.

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