Potere e conoscenza

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

L’uomo di buona volontà si adopera da sempre nel proporre,con insistenza , la necessità sull’unità di destino dell’intera umanità. Purtroppo la nostra educazione è strutturata su di alcuni elementi che sono al fondamento della opposizione amico-nemico,ricco-povero . L’uomo finchè vive schiavo di questi elementi non potrà mai entrare nella dimensione di questa unità. L’unità non si costruisce con il Gesù che abita il potere delle istituzioni,quel Gesù non abita il cuore degli uomini , quello è un Cristo nel quale non si crede.Il nostro Cristo è quello che è andato incontro ai miti , ai poveri, agli afflitti.E’ quello che offre , nel buio delle tenebre del potere ,un sentiero di luce per tutti ,specialmente per coloro che pur vestendo un abito talare,a volte simbolo di potere,fanno di questo il monopolio per il Paradiso. Noi siamo abitanti dell’unico “comune luogo” ch’è Dio,gli altri ,quelli che fanno del loro abito talare, simbolo di potere per la salvezza eterna, mediante le mille forme di indulgenze che producono ricchezza materiale,quelli sono “luoghi comuni”.Il nostro è un Dio che è la Differenza che non fa differenze .Una Differenza che da sempre,con il Suo Amore vuole eliminare le ingiustizie degli uomini.Una Differenza che ci esorta a riflettere sulla grande transizione culturale in atto da sempre.Una Differenza che denuncia,giorno per giorno,la morte di un cristianesimo nato nel “Palazzo”di Costantino e Teodosio e sovrapposto al cristianesimo della Passione di Cristo.Il Cristo inedito amato dai poveri e non il Cristo edito iconizzato sul crocifisso d’oro di molti prelati. Così ebbe a rappresentare il suo pensiero il vescovo Helder Camara dalle nostre parti molti anni fa.Egli mentre si presentava nella Sua povera vestizione,mostrando un misero legno al Suo petto ,tutti i porporati presenti,quasi con vergogna ,portavano una mano sul proprio petto ove luccicavano i loro crocefissi d’oro.Oggi la nostra chiesa è più povera spiritualmente senza questa testimonianza, al contrario questa mancanza  l’ha  resa  più vicino alla dimensione epulonica dell’esistere. Il nostro cristianesimo è vissuto,e continua a vivere, nell’equivoco del potere temporale.Un grande equivoco che è stato compreso, in modo eclatante,da grandi Papi come Papa Montini,Papa Karol,Benedetto XVI i quali hanno inaugurato la grande stagione del perdono rivolto a tutti coloro,uomini,donne giovani,bambini che sono stati vittime di un cristianesimo che ha usato il crocefisso come spada ,testimoniando che il vero cristianesimo è quello della nudità della Passione di Cristo. Un cristianesimo che ci educa al dono di sé per l’altro. Tutto ciò che viene predicato al di fuori da questa dimensione è solo illusione.Il vero seguace e testimone di Cristo non è  quello che discute di teologia per parlarci di Dio, ma è quello che ama ,lotta,dona la sua vita perché parla a Dio.Sono anni che l’uomo di potere cerca di ridurre la nostra esistenza ad un’orgia di banale opportunismo. Un’orgia anestetizzante che proprina inezioni di progresso nel tessuto sociale ,facendole passare per civiltà,approfittando della ignoranza dei più.Noi ,oggi, siamo inversamente proporzionale al falso progresso suicida della nostra società.Un declino etico e morale dovuto alla grande abbuffata che la spazzatura televisiva vomita continuamente nell’animo indifeso del popolo. Il nostro morire sociale è dovuto alla guerra che il potere esercita, giorno per giorno,come forme estrema di “ragione” conflittuale di una grave  patologia relazionale di uomini incapaci di dialogo.Un morire sociale che vorrebbe escludere la storia come luogo esistenziale ove si svolgono i fatti e gli eventi umani in modo naturale, luogo un percorso fatto di tempo.Un tempo nel quale l’uomo cerca la verità che non è una ricerca affannosa nello spazio e nel tempo .Essa,la verità, è il semplice gesto di compiere il bene,certo che per compiere il bene bisogna conoscerlo.Questa è la via della nostra esistenza,percorrere questa via significa andare a conoscere il bene per arrivare alla verità.In questo caso la conoscenza si può considerare la conquista di spazi che vengono sottratti alle vaste praterie dell’ignoranza.

                                                               Francesco Saverio Iacolare

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