PROMUOVERE UNA VITA " ALTRA "

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

Il nostro auspicio per un possibile e sereno 2008

 

 

Sarebbe  gravemente  riduttivo considerare la  "vita"  unicamente sotto l'aspetto biologico, questa riduttività, purtroppo,  continua allo  stesso  modo con il quale Dio è    stato  concepito   da  sempre  al maschile,  cioè,  come PADRE e non anche come MADRE  di  infinita tenerezza e simultaneamente come "padre e madre" eterni.

       L’esclusività della figura del PADRE, attribuita a Dio, ha impedito che l'esperienza religiosa delle donne e degli uomini fosse integrante e più umanizzante.

       Non  abbiamo  compreso questo aspetto  della  comunione della vita con Dio.

       L'ignoranza uccide la vita,  tutta l'etica della nostra vita è scritta nell'atto della creazione: fatto ad “ immagine  e somiglianza di DIO." Molti segmenti del nostro tempo sono stati caratterizzati  dalla  mancanza di verità, di autenticità  e  ciò spesso  ha contribuito al morire sociale, essa, la verità, è la vita  dei  rapporti umani. La mancanza di  verità  sembra  essere diventata la norma, in una società attraversata da una miriade di pensieri,  alternandosi  in  " deboli e forti"  fino  ad  un  non pensiero, ma quasi mai da pensiero autentico.

 

       Questo esiste ed abita in coloro che denunciano che  il " RE è nudo" ma si adoperano da anni a vestirlo, mentre altri lo gridano lasciandolo nudo.

      

Chi crede nella vita, paradossalmente, è  colui che ogni giorno  fa  esperienza del morire dell'esserci in tutta  la  sua dimensione sociale, come la  morte dell’impegno,del dovere,della politica,della scuola, delle istituzioni, della  Giustizia  ecc., tutto ciò perché  da  anni è stata proclamata la morte di Dio, non avendo compreso che Dio non è morto in sé ma è morto nel cuore dell'uomo. Chi vive è colui che  lotta giorno per giorno nel branco,adoperandosi affinché diventi gruppo , ma che eviti  di  esserne fagocitato, è colui che lotta per capire la vita, non di  fuggire dalla vita.

       La   vita  va  compresa  non  attraverso  la   "LEGGE", purtroppo  essa  spesso, ammazza la vita, se bastava  questa  non c'era bisogno della venuta di Cristo, essa va compresa attraverso il " FARE"; ma chiediamoci: qual è  il nome della vita ? La  vita non  ha nome, essa è un farsi, un divenire, una eternità già data che si fa tempo, amore, fratello.

       Finché  ci  saranno uomini io ti “chiamerò" è il  suo nome.

       La Vita è il nome che non è nome, ciò che non va detto ma solo fatto, ciò che è il riconoscere  l' altro  da  me  come essenza.  La Vita ha il suo nome nella comunione  costante  degli uomini  che  operano quando spezzano le catene  dell'odio,  della violenza,  quando arrivano con amore in una lontana  capanna  del Burundi, quando  ci si prodiga per i sofferenti, gli ammalati,  si ripristina  la legalità, quando alla ottusità della morte di  Dio si  sostituisce - Dio - allora non vedremo più volti  emaciati  dal nulla  del  loro eser-ci, perché questi hanno chiuso  gli  occhi alla  vita,  perché questa non abita il  loro pensiero,  il  loro cuore, la loro mente, perché in essi abita la tenebre.

 

       Il  Foscolo afferma la vita servendosi della tenebre  e riscoprendo  "  LA  CELESTE DOTE  ", oggi  il  consumismo, il narcisismo,  l'egoismo  e  tutti gli "ISMI"  stanno  tentando  di uccidere  il           “Nome”  ineffabile come dice H. Osterbuis  nel famoso  libro " Qual è il tuo Nome", esso non può morire,  questa non è una invocazione a non uccidere il Nome e quindi la vita, né la vita né il nome sono oggetti del morire, perché "  NEL  VERBO ERA  LA  VITA",  questa ha abitato la sua tenda  verso  la  quale nessuna tenebra offuscherà la luce che da essa irradia.

 

       Vi  sono  giganti  nel  nostro  tempo  che  vivono  nel silenzio   e  nell’umiltà  perché  hanno   ereditato   la   “Luce”, diversamente  molti pigmei si illudono di essere  giganti  perché vivono  il successo del mondano, osannati da un mondo  di  ciechi che si illudono di stare nella luce.

       La  vita è la capacita degli uomini di vedere il  mondo con  gli  occhi di DIO, capacità di dare inizio alla  speranza  e vivere   la   certezza  della   "TERRA   PROMESSA"   diversamente continueremo ad abitare a BABELE.

       Per   iniziare  un  cammino  di  vita  bisogna  avere consapevolezza che Dio è amore e che la famiglia è il " centro ed il  cuore  della  civiltà dell'amore" così come  si  apprende  in 

"Lettera alle famiglie" di Giovanni Paolo II°.

       Uno sgomento ci assale quando noi Cristiani ci rendiamo conto come  Chiesa che: nella Gaudium et spes al  numero  19  si legge   " nella genesi dell'ateismo attuale possono  avere  parte non  piccola  gli  stessi  credenti, perché  con l'esposizione inadeguata  della Dottrina o anche con i difetti della loro vita religiosa, morale e sociale hanno nascosto più che rivelato  il genuino volto di DIO".

       Il  coraggio  della Fede della Chiesa è VITA, questa vita  è uno dei mille volti di Dio. cominciamo a guardare a che punto è  il coraggio nella nostra vita per testimoniare la  nostra Fede.

 

 

                                                                                  Francesco Saverio Iacolare

                                                                               

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