Benedetto XVI°: L’Uomo simbolo dell’umiltà. La quaresima di Benedetto XVI°

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

Benedetto XVI°: L’Uomo simbolo dell’umiltà.

La quaresima di Benedetto XVI°

 

Il gesto del Papa è il più grande atto di amore nei confronti di una chiesa assediata “dal fumo di Satana”, di montiniana memoria. La decisione della sua rinuncia non è legata a nessun concetto di dimissioni, come molti hanno specificato, perché esse si presentano ad un superiore; il Papa non ha nessun superiore. Egli alle 11,41 dell’ 11 febbraio 2013, in pieno Concistoro, ha rievocato la dichiarazione di Celestini V°  del 13 dicembre 1294 rifacendosi al secondo comma del canone  332 del codice della chiesa che dice :”Rinuncio liberamente al mio ufficio” dunque non sono dimissioni ma rinuncia. Ciò è stato giustificato “dall’età avanzata e le forze inadatte”!!! La rinuncia al pontificato era nell’aria fin dal 2010 nel Suo libro intervista ove rievoca le grandi difficoltà di guidare la Chiesa.  L’immagine di Karol morente non fa dimenticare la via crucis del 2005,il venerdì Santo, non è cosa semplice. Gli appelli disperati come: “V’è tanta sporcizia nella Chiesa …. “. Il continuo richiamo a “stare lontani dalla ricchezza”, “mostrare sobrietà nella vita sacerdotale …..” Forse il Papa più inascoltato della storia. I continui scandali passati e presenti, gli attacchi feroci da parte di portatori d’odio, senza alcun rispetto per la Persona, una profonda ignoranza corre sulla rete in continue offese. La cosa più grave è stata la consapevolezza di stare in un posto “oblativo” tra uomini di potere e non uomini di fede. Una curia arroccata  nel più depravato potere temporale che sembra aver spento le piccole fiaccole del Concilio Vaticano II°. Un richiamo in tal senso è stato fatto nello scorso mercoledì delle ceneri nell’aula Paolo Vi°, quando ha detto: ”Le divisioni ecclesiali deturpano la Chiesa”. Giovanni Paolo II° ha saputo essere più diplomatico, perché ha fatto e ha lasciato fare, accettando vari compromessi con il  potere temporale e lo scandalo della pedofilia. Molto “spettacolare” nel saper  incarnare la sofferenza del Suo corpo donandole grande dignità di fronte al mondo intero: Lui è rimasto sulla croce fino alla fine dei suoi giorni. Il dolore, la sofferenza, la solitudine ,la tristezza di Benedetto XVI° non lo hanno fatto scendere dalla Croce, vi sono molti modi di rimanere abbracciati ad essa Cristo non ha detto di rimanere in croce ma, “ognuno prenda la sua croce e mi segua”. Una scelta di sofferenza solitaria non un rifiuto della Croce. Egli ha preso la  Sua Croce e “liberamente l’ha portata con sé, il cui peso oggi è di gran lunga superiore  di quello di ieri. Il nemico di Celestino V° fu Bonifacio VIII°, pressato dai francesi, forse i mandanti dell’assassinio di Celestino, fu trovato morto nella sua cella con un chiodo conficcato nella fronte. In Luca 13,34 e in Matteo 23,37 si legge “ Gerusalemme: la città che uccide i Profeti”. Un misterioso legame v’è tra Benedetto XVI° e Celestino V°. Il nemico del nostro Papa è l’impero della corruzione vaticana che molti identificano con la Chiesa di Cristo, ciò ha pereclitato, in molti fedeli, l’equilibrio della Fede.  Rimembrando il famoso 28 aprile del 2009, Benedetto XVI° andò in visita a  L’Aquila e si recò, nella Basilica di Collemaggio, ad onorare le spoglie del monaco deponendo sulla teca di cristallo il pallio pontificio. Un gesto di grande significato allegorico non compreso dai curiali del potere. Il Santo Celestino rinunciò perché non si piegò alla corruzione e ai ricatti e pagò con la vita il Suo Amore per La Chiesa del popolo di Dio. Un gesto di grande rispetto per la dignità della “Persona” dei suoi nemici. La deposizione del mantello sulle spoglie di Celestino, oggi la si legge come una continua lotta contro la corruzione dei poteri curiali, una lotta fatta di preghiere e sofferenze che hanno deluso profondamente il Papa. Egli  si era illuso di essere tra uomini di Fede, purtroppo è il luogo privilegiato da Satana. Questo il peso della Croce di Benedetto XVI°. Un uomo di grande sensibilità umana, un intellettuale la cui “semplicità” è stata così “complessa” da non essere compresa da coloro i quali hanno l’anima assediata dalla devastante dimensione del potere dell’avere, non avendo mai conosciuta quella della gioia del dare. La grande Fede e la cifra intellettuale del Papa non sono state comprese dalla mediocrità dei curiali vestiti dalla “sporcizia” del potere. La vita di Benedetto XVI° è stata un continuo tentativo di identificare “l’umanesimo integrale” con il cristianesimo integrale, cioè realizzare l’umanesimo dell’incarnazione, la massima aspirazione dell’uomo di Fede. Noi auguriamo a Benedetto XVI° di realizzare questa dimensione spirituale e testimoniarla al popolo di Dio. Ci hanno fatto credere che il Papa viene eletto dal conclave per ispirazione dello Spirito Santo, un’ antichissima tradizione fatta passare per “dogma”, un potere che pur di giustificarsi non ha esitato a coinvolgere lo Spirito Santo. La rinuncia del Papa denuncia questo tentativo di inganno nei confronti  del popolo di Dio, obbligando i curiali a venire allo scoperto circa il prossimo conclave.  La strumentalizzazione è finita perché il prossimo Papa non sarà più strumento del vaticano ma, Pastore della Chiesa che dovrà rivedere molte posizioni circa la modernità e di come questa viene usufruita dalle chiese. Rivedere i rapporti con le chiese brasiliane, africane, asiatiche, in modo particolare con le centinaia di chiese cristiane separate sia in Europa che nel Medio oriente. Il prossimo Papa dovrà essere capace di porre fine alla romanocentricità e del suo “potere temporale” per riprendere la cattolicità del messaggio evangelico testimoniato anche ai non credenti. Un Papa capace di ciò svuoterebbe il Vaticano e riempierebbe la Chiesa. La penitenza della quaresima di Benedetto XVI° è il prezzo da pagare affinchè non vi sia più una curia che possa “insegnare” come si fa il Papa. Il prossimo Pastore dovrà essere uomo tra gli uomini, non un “obbligato” chiuso nel “carcere” della dialettica curiale ormai al tramonto. La storia per la prossima Pasqua avrà un “Passaggio”epocale, voluto da Benedetto XVI°, passaggio che segnerà un nuovo corso per il destino della Chiesa. I cardinali Siri e Ottaviani furono grandi avversari del concilio tanto da dire: “ci vorranno molti anni per riparare i guasti che ha prodotto”. Oggi questi si sarebbero resi conto che la mancata attuazione del concilio ha causato il terremoto in vaticano. Molti uomini di chiesa, diversamente,  ebbero a dire :”Hanno tagliato molti fiori ma non hanno ucciso la primavera del concilio”. Il severo monito del Cardinale Martini: “la Chiesa è indietro di duecento anni, chiusa al mondo e ai poveri”, dovrà essere uno degli itinerari che sarà illuminato dal prossimo Papa non europeo, speriamo africano o asiatico o latino-americano i cui cardinali non dovranno sentirsi “estranei”,  o tollerati dai curiali romani che hanno fatto di Dio una proprietà privata dimenticando che Egli si è fatto Uomo.

  Francescosaverioiaco@libero.it

 

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