Ipotesi di riflessione circa la mancata candidatura di Pianese

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

Sono diversi anni che il “sistema” Italia denuncia la sua inefficienza, il suo squallido fallimento attraverso “gettoni sociologici” come: crisi della politica, cattiva politica, antipolitica, corruzione della politica ecc.. ecc.. Nessuno però ha affrontato alla radici il dramma di un paese che somiglia sempre più ad un barcone alla deriva. Questi gettoni linguistici non hanno senso né significato. La grave crisi è la mancata formazione umana  di una classe politica che dagli anni ottanta, in “società” con la camorra, ha spadroneggiato con tonnellate di miliardi di lire inventando un sistema di illegalità che è diventato Stato a tutti gli effetti. Oggi, essendoci uomini con coscienza e sotto la spinta dell’onestà delle nuove generazione,  si cerca di ricostruire un paese responsabile. Nessuno ha avuto il coraggio di mettere in evidenza la crisi profonda dell’uomo, abbandonato nelle devastanti periferie dell’esser-ci i cui orizzonti tenebrosi, oscurati dalla mancata luce di un minimo di cultura, sono diventati sempre più limitati dall’egoismo e dall’interesse individuale. Tutti i governi succedutosi hanno dato spazio all’individuo, più facile da “governare” perché la sua visione della vita è solamente orizzontale, hanno ignorato volutamente la Persona perché i suoi orizzonti esistenziali hanno sempre messo in crisi i pigmei del potere, attaccati all’utile e non al bene. Da un po’ di tempo si sta facendo strada un percorso verticale della vita ove si toccano con mano le mille azioni di un volontariato che onora i giovani e tutti coloro che sono impegnati nel migliorare l’esistenza dei deboli. V’è una forte richiesta di cambiamento che emerge da un lacerato tessuto sociale che va in cerca di etica della responsabilità attraverso persone di formazione umana che sappiano distinguere la politica, intesa come diceva Papa Montini “il più grande atto di carità”, e la politica come interesse individuale. La mancanza di riflessione da parte di Pianese circa queste tematiche, lo hanno accompagnato nella “caverna del potere” schiavizzandolo in una realtà di platonica memoria. Aspirava ad essere un politico, purtroppo non si rendeva conto  !!!!!  che era solo  una pedina periferica funzionale al sistema di  una macchina mostruosa del potere ove la funzionalità di una micro rotellina veniva schiacciata rovinando via. Il politico è quello che costruisce il suo avvenire fuori da questi schemi che ricordano la “piovra”. La sua “delusione” , il suo essere “amareggiato” non hanno senso in un contesto ove i suoi compagni di viaggio lo hanno considerato sempre un ottimo “funzionario”, mai un politico perché nessuno di coloro che è integrato nel sistema  conosce la politica ma, solo, occupano un gradino maggiore o minore nella gestione degli affari nei quali è incompatibile la dimensione interiore del bene comune. Il politico è un missionario del bene comune, è una madre che accudisce i suoi figli e li protegge dalle insidie della corruzione e dalla depravazione del potere. L’ingenuità di Pianese è stata quella di non riflettere circa “i segni dei tempi”, noi gli suggerivamo un totale cambiamento circa il suo futuro. Qualche tempo fa , dalle colonne di codesto giornale, lo abbiamo invitato a rinunciare alla “via” di Roma per meglio organizzare la “riserva di ricchezza” della sua coscienza e dedicarsi , con spirito libero, ad una diversa visione della vita comunitaria, in primo luogo la famiglia. Tutti nella vita abbiamo subito l’inverno della coscienza, un freddo nell’anima che gela l’esistenza, in modo particolare quando si prende coscienza , quasi per miracolo, di aver compiuto, purtroppo, un cammino non gratificante da un punto di vista della scelta personale. Oggi Pianese non è più quello…….“dell’altro ieri”,……. la sua evoluzione etica, morale, ma in modo particolare spirituale, ha compiuto notevoli passi avanti nella riflessione di ciò che sarà la sua nuova vita. Nel suo DNA non v’è mai stata l’adesione totale, né agli ambienti, né alle persone di cui fino a ieri è stato “costretto” a stare nel nome di una condizione economica che potesse assicurare “il futuro. Si doveva pagare un prezzo “all’appartenenza” della gestione del potere,  una decisione trasversale che riteniamo liberatoria ma, in modo particolare, un’occasione catartica per riflettere circa il futuro con lo sguardo rivolto all’alterità. Il nostro paesone ha bisogno di un centro culturale per la formazione dei giovani ai quali bisognerebbe svolgere temi quali: Politica, Etica, Morale, Dialogo interculturale, Interreligioso, Accoglienza, L’Altro, ecc.. ecc.. Un aiuto serio e competente potrebbe essere dato dalla Chiesa del popolo di Dio e non quella curiale. Entrare in questa nuova dimensione di vita significherebbe avere la possibilità di esperire l’altra faccia della politica, quella che appartiene alla Persona e non all’individuo, avere la possibilità di scrutare la dimensione interiore, perché tenuta negletta per anni, e aprire nuovi orizzonti all’alterità, una dimensione sconosciuta, perché schiavizzata dalla dittatura dell’egoismo, in modo particolare dall’ignoranza circa la conoscenza del bene. In questa ipotetica riflessione esistenziale, riteniamo la mancata candidatura al senato un bene da poter epletare attraverso la creazione di una Fondazione che bandisce l’egoismo politico e fonda le sue radici sull’accoglienza, l’alterità e il bene comune. Questa è Politica, il dono di sé è la più grande gioia che l’uomo possa compiere nei confronti del proprio simile, senza nulla aspettarsi in cambio. Speriamo che i prossimi aspiranti alle elezioni di maggio possano avere una formazione umana capace di spingerli ad un confronto dialettico di vasti orizzonti. Se Pianese crede di avere un ruolo nella formazione delle liste , questa è un’occasione per dimostrare la volontà di cambiamento –se questa c’è- ed escludere, per “brontosaurità” culturale, tutti i consiglieri uscenti, perché legati ad un mondo non più in uso in quanto becero e decadente. Diversamente, se anche questo non è possibile, e non sarà possibile, Pianese deve ritirarsi dal palcoscenico dell’ipocrisia e ritrovare il se stesso inedito agognato da anni. La nostra ipotesi di riflessione,  rivolta ad un amico dell’adolescenza, è finita. Abbiamo esposto la povertà del nostro pensiero, come sempre, nella profonda buona fede e con onestà intellettuale, cosa rara in contesti ambientali come il nostro. Ho goduto sempre della massima libertà perché mi è stata concessa come dono interiore, mai uomo o minaccia ha chiuso l’uscio del mio pensiero e della mia parola. Grazie a te Giovanni Pianese che , comunque ,mi hai dato la possibilità di “dialogare “ con il tuo assordante silenzio di etica sociale vestito di timidezza. La mia libertà affonda le sue radici nella precarietà di ciò che siamo, noi siamo comunque capace di amare l’altro pur negando se stessi. Se il granello di sabbia non muore non vi sono frutti, l’uomo che muore nell’azione quotidiana fatta per il bene del proprio simile genera frutti per la costruzione del “Regno”.Tutti noi, che crediamo di essere credenti, dobbiamo testimoniare con azioni di bene il nostro essere operai del “Regno” .

                   Francescosaverioiaco@libero.it

                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Benedetto XVI°: L’Uomo simbolo dell’umiltà.<br /> La quaresima di Benedetto XVI°<br /> <br /> Il gesto del Papa è il più grande atto di amore nei confronti di una chiesa assediata “dal fumo di Satana”, di montiniana memoria. La decisione della sua rinuncia non è legata a nessun concetto di<br /> dimissioni, come molti hanno specificato, perché esse si presentano ad un superiore; il Papa non ha nessun superiore. Egli alle 11,41 dell’ 11 febbraio 2013, in pieno Concistoro, ha rievocato la<br /> dichiarazione di Celestini V° del 13 dicembre 1294 rifacendosi al secondo comma del canone 332 del codice della chiesa che dice :”Rinuncio liberamente al mio ufficio” dunque non sono dimissioni ma<br /> rinuncia. Ciò è stato giustificato “dall’età avanzata e le forze inadatte”!!! La rinuncia al pontificato era nell’aria fin dal 2010 nel Suo libro intervista ove rievoca le grandi difficoltà di<br /> guidare la Chiesa. L’immagine di Karol morente non fa dimenticare la via crucis del 2005,il venerdì Santo, non è cosa semplice. Gli appelli disperati come: “V’è tanta sporcizia nella Chiesa …. “.<br /> Il continuo richiamo a “stare lontani dalla ricchezza”, “mostrare sobrietà nella vita sacerdotale …..” Forse il Papa più inascoltato della storia. I continui scandali passati e presenti, gli<br /> attacchi feroci da parte di portatori d’odio, senza alcun rispetto per la Persona, una profonda ignoranza corre sulla rete in continue offese. La cosa più grave è stata la consapevolezza di stare<br /> in un posto “oblativo” tra uomini di potere e non uomini di fede. Una curia arroccata nel più depravato potere temporale che sembra aver spento le piccole fiaccole del Concilio Vaticano II°. Un<br /> richiamo in tal senso è stato fatto nello scorso mercoledì delle ceneri nell’aula Paolo Vi°, quando ha detto: ”Le divisioni ecclesiali deturpano la Chiesa”. Giovanni Paolo II° ha saputo essere più<br /> diplomatico, perché ha fatto e ha lasciato fare, accettando vari compromessi con il potere temporale e lo scandalo della pedofilia. Molto “spettacolare” nel saper incarnare la sofferenza del Suo<br /> corpo donandole grande dignità di fronte al mondo intero: Lui è rimasto sulla croce fino alla fine dei suoi giorni. Il dolore, la sofferenza, la solitudine ,la tristezza di Benedetto XVI° non lo<br /> hanno fatto scendere dalla Croce, vi sono molti modi di rimanere abbracciati ad essa Cristo non ha detto di rimanere in croce ma, “ognuno prenda la sua croce e mi segua”. Una scelta di sofferenza<br /> solitaria non un rifiuto della Croce. Egli ha preso la Sua Croce e “liberamente l’ha portata con sé, il cui peso oggi è di gran lunga superiore di quello di ieri. Il nemico di Celestino V° fu<br /> Bonifacio VIII°, pressato dai francesi, forse i mandanti dell’assassinio di Celestino, fu trovato morto nella sua cella con un chiodo conficcato nella fronte. In Luca 13,34 e in Matteo 23,37 si<br /> legge “ Gerusalemme: la città che uccide i Profeti”. Un misterioso legame v’è tra Benedetto XVI° e Celestino V°. Il nemico del nostro Papa è l’impero della corruzione vaticana che molti<br /> identificano con la Chiesa di Cristo, ciò ha pereclitato, in molti fedeli, l’equilibrio della Fede. Rimembrando il famoso 28 aprile del 2009, Benedetto XVI° andò in visita a L’Aquila e si recò,<br /> nella Basilica di Collemaggio, ad onorare le spoglie del monaco deponendo sulla teca di cristallo il pallio pontificio. Un gesto di grande significato allegorico non compreso dai curiali del<br /> potere. Il Santo Celestino rinunciò perché non si piegò alla corruzione e ai ricatti e pagò con la vita il Suo Amore per La Chiesa del popolo di Dio. Un gesto di grande rispetto per la dignità<br /> della “Persona” dei suoi nemici. La deposizione del mantello sulle spoglie di Celestino, oggi la si legge come una continua lotta contro la corruzione dei poteri curiali, una lotta fatta di<br /> preghiere e sofferenze che hanno deluso profondamente il Papa. Egli si era illuso di essere tra uomini di Fede, purtroppo è il luogo privilegiato da Satana. Questo il peso della Croce di Benedetto<br /> XVI°. Un uomo di grande sensibilità umana, un intellettuale la cui “semplicità” è stata così “complessa” da non essere compresa da coloro i quali hanno l’anima assediata dalla devastante dimensione<br /> del potere dell’avere, non avendo mai conosciuta quella della gioia del dare. La grande Fede e la cifra intellettuale del Papa non sono state comprese dalla mediocrità dei curiali vestiti dalla<br /> “sporcizia” del potere. La vita di Benedetto XVI° è stata un continuo tentativo di identificare “l’umanesimo integrale” con il cristianesimo integrale, cioè realizzare l’umanesimo<br /> dell’incarnazione, la massima aspirazione dell’uomo di Fede. Noi auguriamo a Benedetto XVI° di realizzare questa dimensione spirituale e testimoniarla al popolo di Dio. Ci hanno fatto credere che<br /> il Papa viene eletto dal conclave per ispirazione dello Spirito Santo, un’ antichissima tradizione fatta passare per “dogma”, un potere che pur di giustificarsi non ha esitato a coinvolgere lo<br /> Spirito Santo. La rinuncia del Papa denuncia questo tentativo di inganno nei confronti del popolo di Dio, obbligando i curiali a venire allo scoperto circa il prossimo conclave. La<br /> strumentalizzazione è finita perché il prossimo Papa non sarà più strumento del vaticano ma, Pastore della Chiesa che dovrà rivedere molte posizioni circa la modernità e di come questa viene<br /> usufruita dalle chiese. Rivedere i rapporti con le chiese brasiliane, africane, asiatiche, in modo particolare con le centinaia di chiese cristiane separate sia in Europa che nel Medio oriente. Il<br /> prossimo Papa dovrà essere capace di porre fine alla romanocentricità e del suo “potere temporale” per riprendere la cattolicità del messaggio evangelico testimoniato anche ai non credenti. Un Papa<br /> capace di ciò svuoterebbe il Vaticano e riempierebbe la Chiesa. La penitenza della quaresima di Benedetto XVI° è il prezzo da pagare affinchè non vi sia più una curia che possa “insegnare” come si<br /> fa il Papa. Il prossimo Pastore dovrà essere uomo tra gli uomini, non un “obbligato” chiuso nel “carcere” della dialettica curiale ormai al tramonto. La storia per la prossima Pasqua avrà un<br /> “Passaggio”epocale, voluto da Benedetto XVI°, passaggio che segnerà un nuovo corso per il destino della Chiesa. I cardinali Siri e Ottaviani furono grandi avversari del concilio tanto da dire: “ci<br /> vorranno molti anni per riparare i guasti che ha prodotto”. Oggi questi si sarebbero resi conto che la mancata attuazione del concilio ha causato il terremoto in vaticano. Molti uomini di chiesa,<br /> diversamente, ebbero a dire :”Hanno tagliato molti fiori ma non hanno ucciso la primavera del concilio”. Il severo monito del Cardinale Martini: “la Chiesa è indietro di duecento anni, chiusa al<br /> mondo e ai poveri”, dovrà essere uno degli itinerari che sarà illuminato dal prossimo Papa non europeo, speriamo africano o asiatico o latino-americano i cui cardinali non dovranno sentirsi<br /> “estranei”, o tollerati dai curiali romani che hanno fatto di Dio una proprietà privata dimenticando che Egli si è fatto Uomo.<br /> Francescosaverioiaco@libero.it
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