Buon Natale Paesone.

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

Un  Natale sempre più secolarizzato è frutto del paganesimo consumistico che ha reso schiava la nostra epoca.

Una  razionalità rutilante  di consumismo pagano si aggira per le nostre strade, vie piazze. Negozi sempre più accattivanti esondano i loro prodotti-regali, i cui clienti credono che possano redimersi facendo regali. Il vero soggetto, ch’è il buon Gesù Bambino, è stato sostituito dal simpatico faccione di Babbo Natale. Noi credenti dovremmo vivere il Santo Natale come l’unico evento di Fede e di Grazia, purtroppo, tra noi credenti non è così. Dovremmo cercare di capire, al di là del diffondersi della cultura neo-pagana e secolarizzata, che cosa è successo alla cultura, o alle culture. Viviamo negli equivoci linguistici di significati traditi come progresso, infatti, fino a pochi decenni trascorsi, il termine progresso afferiva quello di conoscenza. Una conoscenza che riguardava il miglioramento della qualità della riflessione della vita interiore, del pensiero, della relazione, dei rapporti umani. Oggi questo significato è stato tradito e dirottato verso il più bieco consumismo, infatti, il progresso di coloro che vivono al di sopra del necessario rappresenta la più grande rapina commessa ai danni delle future generazioni. Un progresso malato, frutto di un pensiero avvelenato dalla squallida pubblicità che spinge i depressi verso il consumo del superfluo, presentato come bene necessario dell’apparire in un mondo virtuale. Noi ci chiediamo: perché il significato di progresso ci viene presentato sempre armato dalla cultura dell’efficientismo? Questa non ha nulla a che fare con il Natale e il suo significato di progresso, inteso come cammino spirituale che, genera amore, solidarietà. La nostra è una cultura armata che adopera la ragione per vincere e convincere. Il Natale insegna che la vittoria contro qualcuno non porta mai alla pace. La pace ottenuta con la violenza lascerà l’altro con proponimento di vendetta nel tempo. Il Natale ,festa della riconciliazione e del perdono, compie il miracolo della pace. Questo miracolo non può essere frutto di una cultura armata che si esercita con la ragione predicando  il “contro”. Il miracolo della pace si esercita, per noi credenti, con la Fede che veste la ragione. E’ necessario disarmare la cultura della violenza, del consumismo. Disarmare la cultura significa ricordare a tutti che la vita degli uomini è basata sulla gratuità della cooperazione e non sul culto dell’avarizia,  dell’egoismo, significa testimoniare ai nostri bambini che invece di competere per “conquistare” il premio, è meglio prendersi per mano e correre tutti insieme verso la meta, sarebbe un bel Natale condiviso. Disarmare la cultura significa guardare in modo nuovo il divino, l’uomo , il cosmo. Questo disarmo lo si può ottenere non confidando sempre sulla propria volontà, l’uomo deve provare la sua capacità di ricevere, così come insegna il grande filosofo, cristiano-induista-buddista-cristiano- Raimon Panikkar, recentemente scomparso. Anche il verbo ricevere, nel suo cammino, è stato secolarizzato al punto che tutti vogliamo “ricevere” qualcosa, senza comprendere che, il più grande dono del Natale, il “Ricevere”, è offrire con gratuità il proprio dare. Una dimensione spirituale che, nella sua semplice complessità, viene ostacolata dalla cultura armata di secolarismo ove l’uomo, fagocitato dal delirio di potenza del proprio egoismo, vuole da sempre sostituirsi a Dio. Sant’ Agostino ci dice che la storia del mondo è la lotta tra due tipi di amori: l’amore di sé, portato fino alla distruzione del mondo, e l’amore per l’altro , quindi per il prossimo, che porta alla distruzione di sé. Il Natale è un tempo di conversione, non solo per noi credenti, ma per “l’uomo”. Buon Natale ai milioni di volontari che in tutto il mondo accarezzano il volto e raccolgono l’ultimo “tempo” degli ammalati terminali. Buon Natale a quelli che, la cui cattiveria del consumismo pagano, lasciano morire di fame milioni di bambini per non scalfire i propri interessi. Buon Natale ai mafiosi , anche se imbecilli, agli sciacalli pseudo politici, che possano rinascere a nuova vita. Buon Natale a tutti coloro che nel silenzio del proprio servizio, costituiscono il patrimonio spirituale, indispensabile per la salvezza di  tutti noi peccatori. Buon Natale a colui che sa dialogare, e la cui parola si libra, come ricchezza, nella grammatica della libertà dell’animo, che investe gli uomini di buona volontà. Il Natale è il grande dono che Dio ha fatto agli uomini, infatti, Dio, nella Sua solitudine, volle creare l’altro da sé per donarsi. Egli ha fatto del Suo essere Centro, il luogo di donazione, di epifania, del mondo, dell’universo, del sapere. Buon Natale ai nostri pochi uomini preti, ma anche ai preti uomini, che possano convertirsi in uomini preti. Buon Natale al Papa, ai “banditi” curiali che lo circondano e lo rendono prigioniero, alla Chiesa di Gesù, che si è fatto uomo, e non a quella dei preti che vogliono fare carriera, al  presidente Napolitano che si è convertito rispetto al 1956. Buon Natale alle mamme , ai papà, agli onesti, ai disonesti che possano pentirsi. Buon Natale ai miti di cuore, ai poveri di spirito. Buon Natale al consiglio comunale, agli pseudo assessori mancati, al sindaco che,   attraversando momenti difficili, nonostante tutti contro, ascolterà la sua coscienza. Buon Natale Paesone, che tu possa rinascere dal fango che da anni, infami individui, non degni di essere indicati come uomini, ti hanno collocato. Infine il nostro Natale è quello di pregare Dio che possa donarci: l’umiltà di ascoltare, l’intelligenza del silenzio, il dono di amare.

                          Francescosaverioiaco@libero.it

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