La mancata comunicazione come sistema di vita.

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

La nuova incomunicabilità del terzo millennio: La morte della comunicazione.

L’ Uomo non riesce più a  comunicare sentimenti, comprensioni, accoglienza, in modo particolare il Bene. Un mondo codesto ove v’è la necessità di lunga testimonianza esperienziale perché è stato distrutto il tempo che appartiene alla riflessione  e all’esperienza. L’uomo, un tempo, viveva di codeste attese, fatte anche di peranza, purtroppo sembra che anche la speranza sia morta, insieme ad essa tutte le vie sperimentali che la Pedagogia ha proposto fino ad oggi. A rafforzare codesta idea pessimistica della mancata comunicazione, ci rifacciamo a Qohelet, 3° secolo A. C. il quale ci dice: “Tutte le parole sono logore e l’uomo non può più usarle.” Questa constatazione ci suggerisce che le “parole”, cioè il linguaggio è logoro, incapace di formulazione di un pensiero logico capace di penetrare la devastata antropologia degli ultimi decenni che hanno cambiato,e forse distrutto, ogni legame con un passato ove spesso la comunicazione non era fatta di parole, ma di atti oblativi, silenziosi,  sofferti.

Necessità di recuperare la “parola” fattasi carne Noi siamo convinti che bisogna recuperare la “parola” fattasi carne, il che non significa, necessariamente, un riferimento a Cristo. Nel corso dei secoli milioni di uomini hanno incarnato, e continuano oggi ad incarnare , la loro parola attraverso la testimonianza del sacrificio della loro esistenza. Un’esistenza ferita dalla povertà, dall’ingiustizia, dalla persecuzione,   dall’indifferenza . Persone alle quali nessuna comunicazione si è rivolta in modo gratuito per donare  loro un lembo di “Terra promessa” . Ciò è dovuto al fatto che non si è compreso che, l’essenza della comunicazione interpersonale giunge a farsi libera condivisione di quel che si è, si sente, si sa e si ha.
Questa mancanza di comprensione è causa di assenza totale della relazione, non tanto dal punto di vista meramente della parola, in modo particolare dell’ignorare la gratuità come comunicazione della libertà. In questo recupero della gratuità l’uomo riesce ad essere interamente se stesso attraverso il processo fenomenologico della metanoia che, testimonia l’abitare il proprio pensiero divenente.

Il recupero della comunicazione avviene attraverso l’esserci per l’altro.

La realizzazione di questa comunicazione è possibile solo attraverso la “ parola” e la testimonianza  in grado di trasformare l’essere in esserci per l’altro. I nostri attuali orizzonti sono volutamente limitati da una classe
di pseudo politici che hanno il terrore di coloro i quali possono esprimere un sano pensiero riformatore. Il loro potere ha imposto una depravata scala di bisogni verso la quale tutti si affollano per salirla. L’illusione che tutti
possano salirla è alimentata dalla comunicazione virtuale di un consumismo rapace della stessa ignoranza di coloro che “costruivano” la torre di Babele. I costruttori di vie perverse non conoscono il dono della gratuità, la relazione oblativa, la ricchezza della povertà dei figli della luce come Francesco , il “ricchissimo” poverello di Assisi. Dicevamo , per recuperare la parola fattosi carne non è necessario un esplicito riferimento a Cristo. Per noi cristiani rimane essenziale, tuttavia, pensiamo anche i non credenti  vivono la loro libertà come forza di comunione che vivono la loro libertà non vengano meno a se stessi . infatti, Martin Buber, grande filosofo del dialogo tra i non credenti ,ci ricorda che : “Quando uno viene da te  e ti chiede aiuto, tu non devi dirgli ,” abbi fiducia e rivolgi la tua pena a Dio “ ma devi agire come se Dio non ci fosse, come se in tutto il mondo ci fosse un solo uomo che possa aiutarlo. Quell’unico uomo sei tu. Noi siamo convinti che di fronte a simili situazioni potremmo educarci ad una sana antropologia perché anche quell’uomo, solo, è fatto ad immagine e somiglianza di Dio. La vera comunicazione, in questo contesto, è fatta su di una trinità non conosciuta che ci interpella nell’immediato e senza mediazioni. Una trinità fatta di gratuità, persona e verità. Una gratuità che ci invita a cogliere l’altro in comunione dando significato a : “Tutte le parole sono logore e l’uomo non le può più usare “.
Forse la comunicazione della venuta del “VERBO”, fattosi carne, è ancora in attesa di essere ripresa dopo il tentativo costantiniano di uccidere la comunicazione  escatologica offerta all’uomo. Noi siamo convinti che la Chiesa di Cristo sappia liberarsi dalle scorie temporalistiche di Costantino e ripristinare la universale comunicazione della testimonianza del sacrificio della croce, unica ragione della venuta di
Cristo.

 

   

 

                                               



                                                  

Francescosaverioiaco@libero.it               

Con tag Religione

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post
P
<br /> caro franco , la conferenza dell'altra sera aveva un limite : la vastità delle tematiche trattate e la profondità delle riflessioni. avendo riletto sul tuo blog ( evita il fondo nero. per quelli<br /> cecati come me è una fatica) l'intera stesura appare in modo più esalatato la necessità di una conoscenza a priori delle tue posizioni. questo ci varebbe permesso di interrogarci e interrogarti in<br /> modo più consono alla tematica. rileggendo sono stato molto colpito dalle riflessioni sulla subordinazione dell'uomo moderno alla finanza ed alla lotta competitiva che questa induce. sarebbe<br /> opportuno trattare l'argomento in modo monotematico. comunque grazie per avere fatto brillare una flebile fiammella nel buoi della nostra realtà. un complimento anche al giovane sacerdote...un<br /> alieno nel clero di giugliano.<br /> <br /> <br />
Rispondi