Democrazia o Dittatura

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

La “decade sabbàtica” di Giovanni Pianese

 

Non indaghiamo circa le ragioni della pausa di sospensione di dieci giorni del sindaco del paesone , ci dispiacerebbe molto se ci fossero impedimenti di salute, o familiari, che avrebbero potuto generare la sua assenza.

Al di là di tutte le supposizioni che lo hanno condotto a tale decisione, e non essendoci ragioni di salute o familiari, tuttavia, rimane un grave segno di debolezza non solo politico, quanto di personalità.

La crisi di Pianese è una crisi di carattere culturale. Egli, come tutti gli ipocriti adulatori, che gli stanno intorno.  non ha compreso che non si può gestire un mandato politico rimanendo legati alle esperienze dello squallore della Prima Repubblica, o al fallimento della Seconda.

La sua coorte continua a dire che è l’unico “animale politico” con una grande esperienza. Noi ci chiediamo: quale esperienza?  Quella di organizzare la politica e la sua strategia senza alcuna partecipazione popolare? Quella di tenere buoni gli accattoni di turno che, dopo aver ceduto loro il contentino, si continuava a gestire gli affari in forma privata o favorendo i gruppi di sostegno?

Un politico che si fa tirare la giacca e poi cede, non è un politico di esperienza, è solo debolezza dovuta ad un ambiente che impone, da sempre, la corruzione. Se poi per esperienza si vuole intendere “l’arte di apparare”, questa è malapolitica.  La vera esperienza politica è quella del buon padre di famiglia, non ne conosciamo altre. Noi, tuttavia, al di là di tutte le supposizioni, vogliamo dare una valenza positiva a questa debolezza e vogliamo leggerla come una riflessione di una persona che ha cominciato a fare un bilancio della sua vita e che stia meditando che, non essendo più un politico di ieri e avendo maturato una dimensione, anche se minima, di etica dell’alterità, ha capito che quel tempo è finito e cerca di far capire che è necessario voltare pagina. La sua sfortuna è stata quella di aver dimenticato, o rimosso, le situazioni di bisogno di tantissime persone che, nonostante la povertà nella quale vivono, continuano a predicare l’onestà.

Un momento di riflessione che potrebbe condurre Giovanni Pianese a lasciare il mondo dei basso schiena, di coloro che parlano male alle spalle, di quelli che fanno da “ornamento parafernale” senza il coraggio di assumere responsabilità personale. Un ripensamento che fa riflettere circa il logoramento naturale dei rapporti affettivi e, che, v’è necessità di riannodare i legami spazio-temporale  con il mondo degli affetti che, per anni, è stato costretto a trascurare.

Forse la riflessione potrebbe riguardare una messa in discussione del concetto di politica come servizio , che da noi non ha mai abitato. Qui la politica è stata sempre intesa come lotta, conquista, potere, arroganza, possibilità di arricchimento, ostracismo verso l’onestà, il coraggio.

Fino a qualche tempo fa vi era il “nemico da abbattere”, oggi si riconosce l’avversario, che, comunque, deve essere fottuto. Si vuole ripensare ad una vera dimensione politica, per cui in questo tempo sabbàtico potrebbe cambiare un mondo interiore che è stato sempre represso per debolezza, per necessità, perché schiavo di un’appartenenza sbagliata.

Vogliamo ricordare che la bontà di Lucia la spinse a rivolgersi all’Innominato con un grande messaggio d’amore: “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia” l’Innominato fu perdonato per l’amore della Provvidenza. Ci vuole grande coraggio che solo la Fede può dare. Lucia, nella sua semplicità, non ebbe paura di nessuno e  la sua fede salvò un uomo. Chi vive sotto “l’albero della sapienza” sente il profumo del bene e cerca di operarlo, chi, diversamente, vegeta sull’immondizia della pseudo politica continuerà a vegetare, confondendo il fetido lezzo del danaro politico per profumo. Noi speriamo che Giovanni Pianese si sia ritirato in “clausura sapienziale” per rigenerarsi nel bene.

Un auspicio che possa abitare nella mente e nel cuore di un uomo che negli ultimi tempi è stato provato, e continua ad esserlo, da un intimo travaglio volutamente nascosto perché non ancora maturo per affrontare l’altro da sé, cioè il vero se stesso.

Il nostro auspicio lo facciamo all’uomo, al padre, al marito. Vogliamo ricordare che la gloria non fa l’uomo, è l’uomo che fa la gloria.

Giovanni, volta pagina e troverai l’equilibrio e la serenità per compiere un gesto d’amore. La tua metamorfosi è lontana dalla comprensione dei tuoi adulatori. Tu, pur stando ancora nel “palazzo”, ormai ti senti fuori perché la tua coscienza si rifiuta di continuare ad essere omologata.

Non aver paura di essere te stesso. La tua ragione è ora che si faccia da parte ,per fare posto alla voce della coscienza che sta liberandosi dalle zavorre,quelle che hanno impedito una  riflessione sulla cultura dell’anima. Una dimensione verticale la cui ascesa costa coraggio e libertà. Trova questa dimensione nella pausa sabbàtica e comincerai l’esplorazione della cultura dell’anima.

Cosa pensano gli altri della tua decisione? Perché dovrebbe interessarti, non capiscono, né v’è speranza che capiranno. Costoro hanno bisogno di uno speciale aiuto alla comprensione. Con gli anni comprenderanno. La vera politica è servizio e quindi come tale un gesto d’amore verso l’altro. Noi speriamo che per te  possa essere questa la riflessione di un nuovo cammino. Se tutto ciò non ti appartiene sei rimasto quello di ieri, un ieri tenebroso, immobile, se, diversamente,  ti riconosci in una briciola di quanto esposto sei sulla buona strada. La migliore risposta è l’ascolto della tua coscienza, io non ho bisogno.

 

 

 

 e-mail: francescosaverioiaco@libero.it

                                                                   Blog:   Francesco Saverio Iacolare

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