Buon Natale Paesone

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

 Buon Natale Paesone.

Scusami paesone, nonostante tutti gli sforzi che faccio, da sempre, per trovare in te qualche sembianza di città, non ci riesco a vedere in te l’abito della città, anzi ti vedo goffo, ridicolo, privo dei luoghi deputati che formano la città. La colpa è di tutti quei sinistri individui che da sessant’anni ad oggi ti hanno usato come un prostituto di provincia assumendo l’unico ruolo possibile, quello del… “cassiere”  del lavoro altrui. Oggi è Natale, bisogna essere buoni, altri dicono più buoni il che presuppone che già siamo buoni, ma sappiamo che  non è vero perché non conosciamo la bontà. Non è vero perché la bontà è la totale disponibilità verso l’altro, mettendo in comunione il proprio avere, almeno superfluo, con gli “ultimi”. Spendere 146.000 euro, per un tempo che lo si vuole vestire di voluttà, per una brevissima durata, significa avere tolto la possibilità di sopravvivere a 10 famiglie assicurando loro un reddito di 14.000 euro almeno per un anno. Gli addobbi, le luminarie, si potevano chiedere alle banche che non rendono alcun servizio ai cittadini, anzi derubano i cittadini inventandosi mille voci, negli avvisi ed estratti conti per giustificare le “rapine” ai correntisti. Tutti i negozianti potevano  mettere fuori dai loro negozi dei lumi o delle candele, non limitati ai soli spazi del centro del paesone perché Natale è anche nelle periferie fatiscenti di esso, in modo da rendere l’ambiente più variopinto e non omologato all’obbligo di chi impone le luminarie…. a caro prezzo . Per questo siamo un misero paesone, provinciale e volgare. Non abbiamo idee, né propensione al bello, nei crani di molti che abitano le stanze del “palazzo” v’è un esubero di vuoto, per questo si gettano dalla finestra somme astronomiche per il nulla. Buon Natale a questi crani pieni di niente.  Tra le tante voci spese, di questo inutile consumismo, si poteva aggiungere  una voce che avrebbe nobilitato il primo cittadino  e tutto il consiglio comunale, “pranzo di Natale per gli ultimi”, noi, insieme a loro, saremmo stati onorati di fare da servi per un giorno alla loro mensa. Purtroppo, i tanti Gesù soli nella mangiatoia, abbandonati in case puzzolenti, non avranno mai spazio nei loro pensieri perché questi non vengono formulati dall’emozione di un cuore che non c’è. Essi sono distratti e vinti dai loro interessi e i grandi impegni “lavorativi” che, impediscono uno sguardo pietoso verso i sofferenti e i bisognosi; nonostante ciò, buon Natale anche a voi. Natale significa nascita, cambiamento, questo sarà possibile solo agli uomini di buona volontà che si adoperano nel cercare la via di un possibile cambiamento. Purtroppo il nostro paesone non ha sposato questa via, non vuole essere una città perché ha paura . Città significa confronto culturale, apertura, convivenza sociale, meno egoismi, accoglienza e conoscenza delle alterità. La mancanza di cultura è “razzismo”, sappiamo bene che il razzismo non esiste ma è stata un’ invenzione dell’illuminismo per giustificare la violenza e la tratte dei neri, tuttavia, da noi si pratica nel più becero dei modi, cioè mediante la discriminazione dell’altro perché la povertà mentale te lo fa vedere come un nemico e non un portatore di idee diverse. Si elargiscono contributi a persone amiche e si evitano di dare spazi, per fare la cultura del confronto in senso globale. Tuttavia, buon Natale anche a questi che, con cattiva consapevolezza, praticano questa atavica forma di razzismo. Povero paesone, di questo passo sei destinato  a continuare ad essere, eternamente, un minorenne della storia, non troverai tra i tuoi “figliastri”, quelli che ti prostituiscono da sempre, la possibilità di farti elevare al rango di città, non v’è la cultura, né la volontà, né la bontà, solo la schiavitù di eseguire gli “ordini” del potere “altrui”, per questo essi sono lontani dall’etica dell’alterità. La loro indifferenza, il loro cinismo , spesso la loro cattiveria, sono i preziosi doni che depongono sotto l’albero del loro natale, non ne conoscono altri , tuttavia, noi auguriamo anche a loro il cambiamento e quindi buon natale ai figliastri affinchè possano diventare figli del cambiamento. Paesone, la possibilità di diventare una città la troverai quando vi sarà una piccola candela, la cui luce illuminerà un barlume di civiltà dell’amore, questo accadrà se da oggi si educano i giovani alla cultura della condivisioni. I presenti del “palazzo”? Il tempo li cambierà, per ora essi si sono preclusi ogni possibilità.

                                                                   francescosaverioiaco@libero.it 

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