Il Lamento di Dio dal paesone.

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

Figlio mio, figlio mio, perché mi hai abbandonato.

E’ questo il grido di dolore che il Padre emana, giorno per giorno, dalla periferia del cuore dell’umanità ove , nonostante tutto, continua ad abitare. Egli vaga negli oscuri luoghi di miseria e squallore morale, nei luoghi di corruzione e di indifferenza,  nei luoghi di consumismo e di grande povertà, nei luoghi ove è stata dichiarata la Sua morte, nei luoghi  di usurai fatti di spregevoli individui affetti dalla peste mafiosa sociale e politica. Nel Suo lungo vagare è arrivato dalle parti del paesone, rimanendo sconvolto nel constatare come terre da paradiso, siano state ridotte a discariche miste tra il sociale, il morale, il politico. Con disperazione si chiede : “ Perché i miei figli hanno sporcato il mio Amore?” Ha cominciato ad interrogare i poveri, i derelitti, gli ammalati, gli ultimi, per cercare di capire le cause di tanti disastri. Questi ,unanimemente, hanno risposto: Padre , la Tua chiesa non ha più profeti, i tuoi sacerdoti ,come ha ribadito il Papa, sono legati al dio mammona e il loro ruolo è quello di “funzionari di Dio” come recita il famoso libro di Eugen Drewerman. La conseguenza è : l’elemosina ha sostituito la Carità e la libertà evangelica viene tacitata dalla coscienza inquieta di hegeliana memoria. La Tua Parola non ha lo stesso significato se viene detta alla tavola di Epulone, noi  non capiamo il vangelo dei ricchi, noi come Te siamo gli ultimi. Molti tuoi sacerdoti siedono da Epulone e pochi sono al fianco di noi ultimi, pertanto  il Vangelo è diventato una sorte di educazione civica. Essi sono affetti da sonnolenza mammonica che li ha resi incapaci di esprimere sia amore ,che sentimenti. Una volta si potevano individuare i colori dell’anima attraverso la speranza dell’attuazione del Concilio Vaticano secondo, speranza uccisa  dalla lunga crisi vocazionale di coloro che dovevano realizzarlo, ma anche dai poteri curiali che hanno creato una chiesa parallela  e più potente di quella di noi ultimi , quella che noi abbiamo sempre  rifiutato. La chiesa degli scandali, della finanza, del potere , una chiesa questa incapace di dialogare con la “Libertà”. A proposito di Libertà, il grande servita,  Davide Maria Turoldo ripeteva spesso nelle sue omelie: “Libertà, ecco il vero nome di Dio “. Un nome terribile, incomprensibile, terrificante per coloro che hanno scambiato da sempre la loro schiavitù, derivante dalla devianza necrofila di mammona,  come unica libertà. Turoldo amava la libertà, come la libertà amava Turoldo, ovvero si lasciava amare da Dio. Vedi Padre , Tu sai bene che questa chiesa non ha mai amato profeti come Turoldo, Balducci, Milani, Mazzolari , Tonino Bello e tanti altri, anzi li ha posti tra i cattivi ma loro erano contenti perché dialogavano con Te, con la parola del Vangelo che questa chiesa non conosce. Per questo molti fratelli hanno sporcato il Tuo Amore perché non è stato loro annunciato con la testimonianza dell’azione di Carità, ma solo con la parola dell’ipocrisia del potere. I nostri profeti continuano ad illuminarci con la luce dei colori dell’animo, noi continuiamo a credere nella libertà perché Tu Sei la libertà. A noi liberi cristiani il potere, con la sua paura, non ci appartiene. Il buon Dio interrogava ancora chiedendo se avesse sbagliato e in che cosa. Uno degli interlocutori, guardandosi intorno e rivolgendosi al Padre gli disse .” Padre l’amore che ci è stato “raccontato” non è l’Amore che Tu hai dato, quelli hanno interpretato il Tuo Amore, noi cerchiamo di vivere il Tuo Amore. Tu non hai sbagliato perché il Tuo non è stato un grande Amore, né un piccolo Amore, solo Amore, senza aggettivi. Gli aggettivi non possano avere cittadinanza nell’Assoluto, questi lo rendono relativo. Non hai sbagliato perché i nostri fratelli infelice hanno inventato gli aggettivi per aggredire l’Assoluto. Ti sei fidato il che non è sbagliare, questi  non sono stati in grado di comprendere, cioè prendere con sé l’affido totale. Tu, non essendo né tempo, né storia, ma, Eterno avevi pensato che noi creature potevamo essere avvolti nel mistero del Tuo Amore Eterno. Nel Tuo essere Padre e Madre, in modo antropomorfico perché diversamente non potevi, hai mostrato la Tua debolezza nel momento in cui ci hai scaraventati nell’universo della “Libertà”, senza fornirci gli “strumenti” per amare ,ma solo con il desiderio di avere, la dimensione del “dare” ci è ancora sconosciuta. Noi creature siamo fatti di tempo e storia, consapevoli della nostra finitudine, quindi dei nostri limiti ,per questo incapaci di amare. Per questo motivo , o libertà, Ti chiediamo di restare nel nostro paesone affinchè, con il Tuo Amore, possano dialogare chiesa e politica insieme a noi popolo di Dio. Purtroppo, la grande povertà morale,  dovuta alla falsa libertà, ha confuso molti nostri fratelli facendoli credere immortali. Essi detengono e amministrano la chiesa allo stesso modo dei mercanti, con la differenza che quelli avevano il pudore di stare fuori dal tempio, questi sono entrati nel Tempio spezzando ogni forma di convivenza fraterna e comunitaria. Il Vangelo fa paura perché è scomodo, di conseguenza manca la libertà intesa come coraggio di testimonianza senza condizioni. Un impegno che  appartiene a tutti, ma che puntualmente ignoriamo. L’uomo è stato creato per continuare la cooperazione alla creazione, ma molti rifiutano la dimensione del Cireneo per contribuire al compimento del sacrificio di Cristo per la salvezza dell’umanità. Il Padre ascoltava questo “ricco”, ultimo della terra,  meravigliandosi di tanta libertà e gli disse :” Ma allora non tutti i miei figli mi hanno abbandonato, tu sei uno dei tanti che credi nella mia Parola”. Questi  rivolgendosi al Padre disse:” vedi Padre, Tu sai bene che nel passato i tuoi rappresentanti ci hanno impedito di leggere la Tua Parola, come nel caso di Papa Giulio III° il quale durante il concilio di Trento, nella IV^ sessione dell’otto aprile del 1546 diceva:”  ……a nessuno venga consentito, né oggi, né in futuro,  la lettura, anche solo frammentaria, del Vangelo”. Questi, per secoli ci hanno raccontato la loro parola , frutto del loro potere, non ci hanno testimoniato la Tua parola, frutto del Tuo amore. Noi siamo gli ultimi perché cerchiamo in Te la libertà, una libertà che non corrisponde al potere della legge degli uomini. Perché siamo ultimi? Noi non accettiamo compromessi così come Tuo figlio, anche  egli ultimo, perseguitato, deriso, offeso e messo in croce. Egli è stato glorificato sul Tabor dimostrando come gli ultimi saranno i primi. Noi abbiamo seguito i colori dell’animo e siamo stati spinti a seguire la loro luce seguendo le tracce del Tuo cammino. Noi ultimi vorremmo chiederti di restare nel nostro paesone perché v’è un mondo virtuale con una moltitudine  di religioni fai date e , un altro, quello politico ove si pratica un potere che esclude gli ultimi. Tu sai bene che il popolo Tuo è molto più avanti di questi due mondi gestiti da un unico potere, cioè quello dell’egoismo. Essi convivono nella totale ipocrisia anche se ogni tanto qualcuno dei tuoi sacerdoti alza la voce, dopo tutto tace. Purtroppo molti fratelli sono stati narcotizzati dal consumismo , dall’ipocrisia, dall’ egoismo, dalla differenza tra la Tua parola parlata e quella testimoniata. Ciò ha provocato l’abitudine di comportamenti religiosi che poco hanno a che fare  con la Parola del Vangelo. La stessa cosa si è verificato nella politica egoistica che ha permesso di arricchire individui che non avranno mai la dimensione di Persona. Per questi motivi, Padre ,resta con noi prima che scenda la notte dell’anima. Fa che tra noi escano dal torpore i tanti cirenei “chiamati” inconsapevolmente  a collaborare nell’opera di compimento del Regno. Forse l’inconsapevolezza del Cireneo che ancora abita in noi ci rende schiavi, noi ti chiediamo di renderci consapevoli e amarti chiamandoti per nome “ L I B E R T A’  “

                                                 Francescosaverioiaco@libero.it

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