Necessità di una Pedagogia condivisa

Pubblicato il da Iacolare Francesco Saverio

Ritroviamo l’umanità smarritasi nei
meandri dell’utile.



Siamo di fronte alla più grave
crisi esistenziale della convivenza umana, basata sulla logica dell’utile e non
del bene. L’uomo è al servizio dell’interesse, del danaro, della corruzione,
dell’illegalità, della violenza. Un uomo smarritosi nella giungla della
perversione, non riesce più a distinguere il bene dal male, la luce dalle
tenebre, l’odio dall’amore. Forse siamo di fronte alla morte di tutte le radici
del passato, non abbiamo più punti di riferimento. La superbia dell’uomo
continua a pontificare con l’alfabeto della grammatica della violenza del
potere del despota, ignorando l’alfabeto della grammatica del governo dei miti.
La globalizzazione della vita reale poteva rappresentare l’occasione per una
conversione verso la pedagogia del bene comune, invece si è trasformata in una
mostruosa macchina demoniaca rivolta verso il male. Nessun governo al mondo
sarà capace di convertire la globalizzazione in un governo di pace. Essa è,  e sarà, purtroppo, “una feroce e silenziosa
guerra a bassa intensità”, così come riferisce il filosofo Emanuele Severino.
La riflessione porta a chiederci; contro l’egoismo e la cattiveria non v’è
forza per arginare queste degenerazioni antropologiche? Possibile che solo
nelle grandi catastrofe naturali si muove una globalizzazione del bene? Gli
uomini che agiscono con le armi della cattiveria e dell’egoismo hanno gravi
problemi di disturbi della personalità, forse la loro infanzia è stata
silenziosamente violentata  da” devianze
educative”, ciò non ha permesso  loro una
normale vita  affettiva. Costoro vivono
da sempre nella povertà della più squallida ipocrisia esistenziale. Politici,
religiosi, insegnanti,  magistrati,  ecc.. 
ecc..  spesso si trovano ad essere
investiti di responsabilità di cui non conoscono la portata, di conseguenza il
loro agire è devastante.



I nostri burattini nelle
istituzioni non hanno il coraggio di Pinocchio.



Il tessuto sociale, da anni, viene
lacerato dalla mancata educazione di burattini privi della volontà di
Pinocchio, questo seppe diventare uomo tra mille tentazioni, i nostri invece
non riescono a respirare aria di umanità,  preferendo rimanere “cose” di legno.  A questo punto possiamo affermare che la crisi
che investe la società è una crisi educativa, prima ancora che etica. Abbiamo
sempre saputo che viviamo in una società educante, vogliamo continuare a
credere chi sia ancora tale, ma in quale direzione? Se tutto continua ad essere
considerato azienda, dalla scuola alla sanità, dalla ricerca alla cultura, e
gran parte della curialità vaticana con le sue banche e le mille partecipazioni
finanziarie, allora non v’è più speranza che noi poveri disgraziati, ingenui,
che crediamo ancora nella Chiesa di Cristo, e non nell’azienda vaticana, possiamo
essere tutelati da uomini dediti al bene e non all’utile. Abbiamo bisogno di
una lunga riflessione di decodifica dei vecchi parametri “educativi”, imposti
dal potere per convertirli in sentimenti umani  a  favore  dell’umanità.
L’uomo ha perso la sua umanità smarritasi nei meandri dell’utile. Essa può
essere ritrovata solo “nell’imitazione di Cristo”, ad una sola condizione,  quella con la quale noi miseri sappiamo
spogliarci dal nostro egoismo e dalla nostra cattiveria. Questo il nuovo
percorso etico-pedagogico che l’uomo deve affrontare.



Necessità di incontro di tutte le
pluralità politiche e religiose che esprimono il progetto Uomo.



Una sfida millenaria che deve
essere l’incontro di tutte le pluralità politiche religiose che hanno come
progetto il bene dell’umanità. Un primo passo  potrebbe essere quello che ognuno di noi
potesse assumersi la responsabilità  dei
propri errori. Partendo da questa conversione si può iniziare un percorso verso
un’etica condivisa, quella che fino ad oggi nessuno ha voluto realizzare,  per ragioni egoistiche. L’egoismo è la forma
più spietata di razzismo che domina il delirio di potenza degli omuncoli.
L’altruismo , diversamente, è la testimonianza del più vero sentimento di
gratuità che l’uomo possa esprimere. Noi non siamo capaci di concepire
istituzioni che proteggono i cittadini e costruire il loro futuro. I loro
rappresentanti le hanno sempre espresse con 
le logiche coercitive del potere che uccide l’esistenza. Dovremmo
educarci a comprendere che l’istituzione è un riferimento positivo per i
cittadini, per questo è importante eleggere uomini di governo della mitezza,
non despoti con disturbi della personalità.



Rimettersi tutti in discussione per
una comune conversione di comunione al bene.



Il coraggio di mettersi in
discussione sarebbe una conversione verso la comprensione della propria
alterità. L’altro, non è estraneo a me, ma è l’altra parte di me. Una pedagogia
che si riappropri dell’uomo con finalità escatologiche, o,  comunque, per  i  non
credenti, per l’uomo che compie il bene per missione verso il proprio simile.
L’uomo non è stato creato solo per mangiare, egli deve amare ed essere amato.
Bisogna fondare nuovi percorsi educativi per una futura società,  l’uomo non è più oggetto del potere, ma
soggetto di diritti e doveri. Noi auspichiamo che la nostra Madre Chiesa sappia
essere meno  servile verso i potenti ,
più vicina alla sofferenza dei suoi figli negletti. Dobbiamo credere che la
chiesa curiale continui ad  ignorare
volutamente la parabola del giovane ricco? O diversamente non ha il coraggio
di  accettare l’invito di Giovanni Paolo
II  “Aprite le porte a Cristo”? I “politici”
dell’azienda vaticana fanno molta fatica a comprendere che la vera Chiesa è
quella itinerante di Cristo. I continui richiami di Benedetto XVI, alla
sobrietà della ricchezza, restano lettera morta per i  ” funzionari di Dio”. Purtroppo non esiste
più la dignità della politica,essa è stata estromessa e sostituita dalla mafia
della politica che esprime la sua “dignità”. In questo tempo di Quaresima
speriamo che maturi nel popolo la scelta di Gesù e non quella di Barabba.



                                                                                                                                            Francescosaverioiaco@libero.it    





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